giovedì 29 ottobre 2009

Riscopriamo le biblioteche rionali


Riguardando il film di Sex and the City e attanagliata dal credit crunch mi è tornata la voglia di prendere i libri in prestito in biblioteca. Il che, neanche a dirlo, è l'ultima moda. Chic and cheap.

Quando ero piccola ci andavo sempre. Devo riconoscere a mia mamma il merito dell'iniziativa. Poi smisi per riprendere l'anno della maturità. La frequentai poco durante l'università perché utilizzavo quella di facoltà e dell'università e poi il nulla.

Rivedendo il film di Sex and the City mi è venuta una voglia matta. La scena, all'inizio, è quella di Carrie che va a letto e Big la prende in giro chiedendole se è l'ultima persona a New York che prende i libri in prestito dalla biblioteca. "È per l'odore" risponde lei. Ecco, su questo possiamo discutere ma sul fatto che sia una splendida abitudine no.

E quindi un mese fa sono andata a fare un giro nella biblioteca rionale della mia zona e... STUPEFATTA MERAVIGLIA è tutto cambiato! Più moderna, tutta informatizzata e soprattutto con una sezione per bambini dagli 0 agli 8 anni STREPITOSA!!!

Mi soffermo solo sulla parte per i bambini: una saletta splendida, con tv/dvd/vhs, tappetoni, poster e arredamento molto molto children friendly. E soprattutto una quantità ENORME di libri, romanzi, fumetti, dvd, vhs per i nostri piccoli che possiamo consultare lì con loro oppure portare a casa.

Inutile dire che ho cominciato a prendere libri per il mio piccolo. Li tengo due-tre settimane, il tempo di leggerli le solite duecento volte (sappiamo tutte come sono i bambini!!) e poi li riporto. DAvide ha sempre storie nuove e io non spendo una lira e soprattutto non accumulo ulteriori quantità di carta in casa.

Il suggerimento? Scoprite quale è la vostra più vicina e approfittatene per passare lì qualche pomeriggio piovoso, freddo e buio come oggi. L'inverno ne è ricco!

mercoledì 28 ottobre 2009

La cintura biologica


Tempo fa mi era arrivato un comunicato di questa cintura ma mi si era perso nei meandri del cyberspazio. Oggi l'ho casualmente ritrovato e quindi ve ne parlo volentieri perché si tratta di un oggetto a poco prezzo ma che può significare una bella svolta: la cintura biodegradabile.

Si chiama TIE-UPS ed è realizzata con una particolare plastica biologica nel senso che deriva da riciclo ed è biodegradabile, quindi una volta che l'abbiamo consumata, rotta o che siamo ingrassate (di solito è il mio caso) la si può buttare senza paura.

Esiste sia in versione adulto (€ 55) e in versione bambino/a (€ 39).

Mi sembra una bella cosa da segnalare e anche un altro possibile cadeaux natalizio.

Si può acquistare a Milano da Cargo e High Tech oppure per tutto il resto d'Italia e del mondo su questo sito che è la fotocopia (bruttina) di Yoox ma che offre e cinture scontate del 30%.

giovedì 22 ottobre 2009

Idee eco-bio-sostenibili per i regali di Natale

Il Natale è ancora molto lontano ma se siete bizymommies come me (cioè impegnate in mille lavori, attività ecc.) il tempo è sempre tiranno e quindi ho pensato di darvi qualche consiglio per regalini natalizi eco-bio a cifre più che sostenibili. Mandatemi le vostre idee!

Finalmente da un anno a questa parte ci sono anche un sacco di cosucce carine e sfiziose, di design. Ve ne segnalo alcune.


I calzini e le magliette di Muji. Sono realizzate in cotone e fibre riciclate. Sono deliziosi e indistruttibili. Fantastici per i regali natalizi di grandi e piccini, maschi e femmine. Si acquistano nei negoxi Muji oppure online qui.

Vivere verde, vivere al verde

Vivere verde non è più un'ideologia sinistroide ma una necessità. E non è nemmeno una tendenza fashion e di moda. Infatti, purtroppo, in Italia le celebs de noantri preferiscono farsi paparazzare all'uscita del Billionaire o dell'Hollywood che non mentre coltivano il loro orticello bio sulla terrazza di casa. Il che è un gran peccato.

Ad ogni modo, credo che tutto sommato stiamo vivendo un'epoca interessante perché dobbiamo confrontarci con la madre di tutte le sfide: assicurare ai nostri bambini cibo, acqua ed energia. Il che ci costringe a modificare le nostre abitudini, a sperimentare cibi nuovi, ad esplorare nuovi modi di vivere, viaggiare, acquistare.

Stiamo di fatto cambiando il mondo. E se anche la LIDL lancia una linea di prodotti per la pulizia della casa (i W5) eco-compatibili, verdi e certificaati addirittura in Germania (là sì che sono gente seria) non posso che gioire. Più global diventa la produzione di prodotti eco-compatibili, amici dell'ambiente e della salute, realizzati in aziende che non danneggiano l'ambiente e garantiscono lavoro e salario equi, cosa dire se non: "EVVIVA"?!?!?!?!

martedì 20 ottobre 2009

Idee per merendine salutari

Quasi ogni pomeriggio, dopo l'asilo, porto il mio piccolo al parchetto. È ora di merenda e vedere le porcherie che riescono a sfoderare le mamme è sempre agghiacciante.

Posto che pure io a volte estraggo i biscotti dal fagottino della merenda, riesco sempre a stupirmi del carico di merendine confezionate, chupa chupa, caramellame vario, Mars, Kinder (in tutte le sue forme), patatine, Pringles ecc. ecc.

Allora, parliamo di bambini di età tra gli 0 e i 5 anni. Qualcuno di prima elementare quindi 6 anni. Parliamo anche di mamme che non lavorano (o che fanno part time) e di tate. Possibile, dico io, che nessuna ma proprio nessuna abbia il tempo di preparare qualcosa di più salutare? Anche io non lo faccio sempre, non sempre infatti riesco a trovare quei 5 minuti per preparare qualcosa con le mie manine. A volte però è più facile di quel che si pensi e quindi vi do qualche suggerimento. Che ne dite?

1. fette di pane tostato integrale o ai cerali con burro e marmellata (home made la mia!)
2. crostatina fatta in casa (e scongelata alla bisogna)
3. Mela/pera sbucciata e a pezzetti
4. Banana, susine ecc.
5. Frutta secca sgusciata
6. un fetta di torta

Vi assicuro che una tortina fatta in casa è infinitamente più sana di qualsiasi cosa possiamo comprare già confezionata, anche se la lista degli ingredienti è confortante.
I nostri figli ci ringrazieranno quando avranno la nostra età.

lunedì 19 ottobre 2009

Cosmetici bio e anche equosolidali

Si chiama Natyr by Altromercato ed è la linea di cosmetici biologici che sono anche equosolidali. Il che non è malaccio.

Non solo ingredienti bio certificati, non solo produzione garantita in condizioni sostenibili ma anche attenzione all'ecologia e agli imballi cosmetici. Se, come spiega un comunicato, l'azienda vuole limitare e ridurre progressivamente gli imballi, oggi più dell'85% dei prodotti Natyr non presenta imballaggi secondari. Tutti gli imballi - come per LUSH - sono realizzati in materiali riciclabili e a ridotto impatto nelle produzioni (es. non si usano pvc). I prodotti, ove possibile, possono essere venduti come ricariche.

La linea è da quest'anno completa e si può acquistare nei punti vendita Altromercato. È una linea di prodotti benessere di alta qualità, per la cura del corpo, con ingredienti naturali appartenenti alle tradizioni cosmetiche dei popoli del Sud del mondo perché richiama l'attenzione alla provenienza e alla filiera delle materie prime equo solidali e alle condizioni di produzione, riformula i propri prodotti, cercando un livello di maggiore naturalità (riduzione degli ingredienti di sintesi e presenza di ingredienti naturali o di derivazione naturale sempre garantita tra il 95% e il 100%), acquistati da organizzazioni del commercio equo e solidale per almeno il 50% di ingredienti, e da un anno, certificando biologici ( CCPB) oltre il 30% di articoli.

Guardando i forum in giro sembrano ottimi. Adesso ne compro qualcuno e poi vi so dire. Dicono che il gel corpo idratante al tè verde sia un portento.

mercoledì 14 ottobre 2009

Un ospedale per bambini eco-sostenibile

L'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, continua a percorrere la strada della sostenibilità ambientale. Ora, dopo la struttura architettonica costruita secondo criteri della bioedilizia, è pronto un giardino bio per i suoi piccoli pazienti.


"Il Giardino senza bua" è stato chiamato. Un giardino senza medicine, sano. Forte. Un esempio che coincide perfettamente con la filosofia che tutela la salute.

Il Meyer di Firenze è la prima struttura ospedaliera italiana progettata e realizzata per ridurre le emissioni inquinanti nell'aria, che fa della sostenibilità ambientale il suo obiettivo principale. Celle fotovoltaiche, giardini verdi sui terrazzi e sul tetto, piccoli e grandi accorgimenti rendono il Meyer il primo Ospedale bio-sostenibile d'Italia. A questo, si affianca la scelta già adottata dalla Fondazione Meyer di avviare da subito il percorso di certificazione Bio-Habitat per tutto il verde che circonda l'Ospedale.

Al suo interno ha preso piede già da qualche tempo il progetto di un giardino e di un orto biologico fatta a misura di bambino e per i bambini. Una splendida iniziativa che ha non solo un valore "globale" ma anche terapeutico per i piccoli ospiti del nosocomio toscano. Che bella idea!

martedì 13 ottobre 2009


Riporto il comunicato che ho ricevuto da Greenplanet.net

Un'iniziativa che viene proposta già da 6 anni, "realizzata con modalità simili in tutta Europa, per spiegare ai consumatori e cittadini dove trovare i prodotti Fairtrade ed aumentare la consapevolezza che con un consumo fair possiamo contribuire ad uno sviluppo sostenibile equo e solidale".

Dal 17 al 25 ottobre cene con menù equosolidali (nei ristoranti aderenti a "Io faccio la spesa giusta"), Fairtrade Break nei ristoranti self service, promozioni nei supermercati che aderiscono all'iniziativa e banchetti nelle piazze realizzati da Legambiente e Movimento consumatori.

La "spesa giusta" è un'iniziativa promossa per diffondere le pratiche di consumo consapevole ed etico, un valore certificato da Fairtrade (il consorzio che aderisce a Fair Trade Labelling Organisations, il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia) che sta cominciando a far breccia anche nelle abitudini dei consumatori italiani. "Anche a fronte della crisi, nel 2008 i consumi equo e solidali sono aumentati del 25%," ci spiega Paolo Pastore, direttore di Fairtrade Italia. "Nei primi 6 mesi del 2009 - continua - abbiamo mantenuto un trend intorno al 25%, il che significa che chi ha provato i prodotti equi in occasione degli eventi 2008 poi ha continuato a sceglierli ed alcune insegne si sono adeguate ampliando la scelta di prodotti disponibili".

Equo e solidale sempre più diffuso, tanto da diventare scelta strategica per gruppi come Crai, Auchan, Unes, Lidl, Conad che hanno voluto la certificazione fairtrade per i propri prodotti a marchio. "Conad ha deciso di inserire una propria linea di private label certificate Fairtrade, Billa - Standa inserirà 12 nuovi prodotti da ottobre 2009".

"Dalle più recenti ricerche risulta che il consumatore tipo è trasversale sotto il profilo culturale e sociale, è in prevalenza donna e si concentra nella fascia di età compresa fra i 25-45 anni, con nuclei familiari con figli. Sceglie prodotti bio e, in generale, sostenibili."


Equo e solidale e biologico.


In occasione di "Io faccio la spesa giusta" verrà presentato il volume "Equo & solidale. Un ricettario per tutti i giorni", edito da Tecniche nuove, che contiene più di 100 ricette con ingredienti di commercio equo.

lunedì 12 ottobre 2009

Lo shampoo fatto in casa


Dunque. Era da un po' che mi frullava in testa l'idea di smettere di spalmarmi in testa roba schiumosa piena di conservanti e schiumogeni sintetici (il famoso SLS Sodium Lauryl Sulfate che è quello che consente a tutti i prodotti di fare schiuma).

Quindi consulto il libro di Romy Fraser, la mitica farmacista omeopata inglese fondatrice di Neal's Yard Remedies, che è la vera bibbia per la cosmesi fai-da-te ecologica ed amica del corpo e dell'ambiente.

Trovo una bella ricettina per uno shampoo alla salvia, la metto in pratica e la provo.

UN DISASTRO!!!


Le pastigliotte risultano gelatinose e non facilissime da mettere sui capelli bagnati ma proseguo. Solo che la sensazione immediata è di pesantezza, di chiusura del capello, non so come dire. I capelli risultano subito pesantissimi, come se fossero molto, molto, infinitamente più sporchi. Mannaggia. Insisto. Sciacquo con fatica enorme e provo ad asciugarli. Impossibile. Sono luridi, opachi, proprio più sporchi di prima. E oltretutto non riesco a pre-asciugarli con l'asciugamano, come fossero diventati una spugna piena di acqua che non si riesce ad eliminare.

Sono costretta a rientrare nella doccia e a rilavare i capelli con lo shampoo normale (Camomilla Schulz) e mi tocca fare lo shampoo 4 volte, ripeto, 4 volte prima di vederli e sentirli un po' meglio.

Sono depressa, ho seguito alla lettera la ricetta che vi riporto comunque. Ma dove avrò sbagliato? Qualcuna mi dà un consiglio?

1 cucchiaino di salvia secca
300 ml di acqua
1/2 saponetta alla mandorla
3 cucchiai da tavola di glicerina vegetale
10 gocce di olio essenziale di limone

Fare un'infusione (acqua bollente per 3 minuti) con la salvia e l'acqua e colare.
Grattugiare il sapone e aggiungerlo all'infuso di salvia. Riscaldare sul gas fino a che è tutto sciolto e amalgamato.
Aggiungere la glicerina mentre il composto è ancora caldo.
Aggiungere l'olio essenziale, versare negli stapini da muffin e lasciar raffreddare.

martedì 6 ottobre 2009

Buone notizie per le mamme in sovrappeso


Tormentata dal sovrappeso? Sgravato il piccolo e terminato l'allattamento ti ritrovi coi rotolini sulla pancia? Forse che forse... arriva un aiuto.

È stato pubblicato in Francia il decreto interministeriale che autorizza l'uso e la commercializzazione del rebaudioside A (Reb A), derivato dalla pianta stevia rebaudiana. Si tratta di una pianta sudamericana (della famiglia delle Asteraceae) utilizzata da secoli, in particolari dai Guarani, come dolcificante e pianta medicinale. Il potere dolcificante dei suoi estrattti, tra cui il rebaudioside A, può essere fino a 300 volte superiore a quello dello zucchero normale. MA l'ottima notizia è che la Stevia è senza calorie e ha un indice glicemico nullo.

Essa è utilizzata in Giappone già dalla metà degli anni '70. Perché viene autorizzata in Europa solo adesso? La risposta è semplice "Sweetness is big money", ovvero "la dolcezza fa guadagnare tanti soldi", come ha dichiarato Rob McCaleb, fondatore e presidente dell'americana Herb Research Foundation.
Per anni la Stevia ha subito la concorrenza scorretta dell'aspartame, utilizzato nella produzione di bibite con poche calorie. Negli ultimi anni però il mercato delle bibite "light" ha cominciato a perdere quota, proprio a causa delle oramai nota tossicità dell'aspartame. Nonché delle conseguenti scelte di acquisto dei consumatori, che si orientano sempre più verso i prodotti naturali.

Visto che tra poco le prime bustine invaderanno la Francia si spera che la UE ne autorizzi la circolazione in tutto il mercato europeo. Altrimenti non ci rimane che andare in Gran Bretagna e continuare ad acquistare l'ottimo Splenda.