lunedì 21 dicembre 2009

Giochi biologici, atossici e biodegradabili

È un po' di tempo che vedo in giro questi giochi per bambini biologici, atossici e, soprattutto, biodegradabili. Sono realizzati in mais e cominciano a trovarsi anche al supermercato. Che bello!


Una bella idea per i nostri piccoli e per quelli degli altri, sono i giochi biodegradabili in mais. Sono palline e altre forme che basta inumidire e si appiccicano per creare forme bellissime. Sono colorati, atossici e devo dire piacciono molto ai piccoli. È un po' che li vedo in giro ma non avevo mai osato per il mio piccolo perché mi sembravano di scarso appeal. Invece ho verificato che da un'amichetta ci ha giocato un sacco. Potere degli occhioni azzurri della bimba o gioco validissimo?


Si trovano nelle catene di supermercati Natura Si ma anche all'Esselunga e pure sull'ottimo MinimoImpatto.

mercoledì 16 dicembre 2009

Decoriamo l'albero di Natale

Fuori il buio è pesto ma questa per me è la stagione della luce. Calde candele, led a basso consumo, fibra ottica che cambia colore. Ma anche le decorazioni sono importanti per rendere accogliente la nostra casa. Io quest'anno ho deciso di decorare il nostro mini-albero in modo biologico e vegetale. Guardate che belle idee!

Una volta, credevo che le decorazioni natalizie dovessero essere sfarzose e luccicanti. Poi gli anni passano, si cresce, si cambia e ora mi riscopro ad apprezzare molto di più una decorazione natalizia fatta da me, che non solo non mi faccia spendere soldi ma che mi risolva il problema dello storage, una volta passata la stagione delle feste. Ho la cantina invasa da enormi e polverosi scatoloni traboccanti di orrende palle di plastica e di pupazzetti inverosimili. E quando viene l'anno successivo, non ho voglia di sporcarmi, spolverare ecc.

Tra l'altro è un bellissimo momento per coinvolgere i bambini. Davide quest'anno si è divertito davvero una cifra ad aiutarmi a legare le stecche di cannella, a tagliare l'arancio (guidato da me) e soprattutto ad appendere "quelle cose strane che ha fatto la mamma".

Allora, eccole qui.

- Mettete un cestino o un piatto fondo con mele tutte rosse o tutte verdi (o insieme) infilando qualche stecca di cannella. Un facilissimo e superprofumato centrotavola.

-Incollate delle stecche di cannella intorno a una candela. Non importa che siano tutte intere e della stessa lunghezza. L'effetto sarà più naturale. Dopo averle incollate, consiglio di tenerle insieme annodando intorno un bel nastro natalizio.

-Le pigne che abbiamo raccolto quest'estate al lago sono venute utilissime! Le ho cosparse di colla (trasparente superliquida) e spolverate con la farina. Un effetto neve stupendo! Poi le ho sparpagliate a piccoli gruppi sulla tavola e in giro. In alternativa, c'è anche lo spray che simula la neve. Va benissimo ma quello non potete farlo usare ai più piccoli.

- Il carciofo secco è bellissimo! Forse un'idea un po' estrema ma a me piace un sacco!

- L'arancio tagliato poi si secca da solo nelle nostre case calde ed emana un gradevole aroma senza ammuffire.

Altre idee?

martedì 15 dicembre 2009

La vera moda eco-sostenibile è quella fai da te

In tempi di credit crunch (non comincia a darvi sui nervi questa espressione?!?), vip, stravip e comuni mortali come me scoprono e riscoprono il piacere del fai da te. E se credete, come credevo io, di essere manualmente impedite, cliccate subito sul sito Burdamodello.it!




Si chiama Burdamodello.it ed è il sito collegato alla famosa rivista di moda e cucito tedesca Burda. Una rivista che vende tuttora decine di milioni di copie in tutto il mondo e che, in questo ultimo anno, ha visto schizzare la diffusione.

Il motivo è semplice: è scoppiata la voglia di fai da te. Complici le star di Hollywood che si fanno paparazzare mentre tricottano impegnatissime golfini per i loro pargoli, sciarpe per il partner (Kristin Davis)del giorno o mostrano orgogliose il costume di Halloween fatto da loro (Uma Thurman) o addirittura pretendono che la foto ufficiale da red carpet sia scattata con gomitolo e ferri in mano (Julia Roberts).



E quindi da sì fashion victim ma eco-coscenziosa, ho deciso di provare anche io a fare qualcosa. Una semplice gonnellina a trapezio, una canottierina su cui poi applicare strass, catene e paillettes (come quella di Chanel per intenderci). Quindi mi sono messa a cercare in vecchi bauli e valigie avanzi e ritagli di stoffe che ho riposto nel corso degli anni (chissà perché? forse prevedevo che un giorno ci sarebbe stata la crisi...)

Totale, scopro il sito Burdamodello.it e sono felice! Ci sono moltissimi, migliaia sembrerebbe, cartamodelli suddivisi per grado di difficoltà. Spiegazioni a prova di "me" - nota incompetente - e le foto di come poi deve venire. Strepitoso. Se poi avete un'amica, una mamma, una zia, una nonna che sono abili con il cucito e possono darvi - almeno all'inizio - qualche dritta siete a cavallo. Ma vi assicuro che anche da sole ce la si fa. E l'iniezione di autostima che si ricava al vedere realizzato qualcosa di fatto da noi vale mille ore dallo psicanalista.

Ragazze, questa è davvero the ultimate frontier della moda eco-sostenibile!

lunedì 14 dicembre 2009

Arriva la bio-pillola

La maggioranza delle donne italiane desidererebbe tornare ad una vita più naturale, con una percentuale superiore alla media europea. Lo dimostra un'indagine presentata durante il Congresso nazionale della Federazione italiana di Ginecologia e Ostetricia che si è conclusa a Torino. Anche per gli anticoncezionali.

Il 73,3% delle donne italiane vuole uno stile di vita naturale e salutare contro una media europea del 68%. Lo svela una ricerca condotta su un campione di 9 mila donne di 18 paesi in cui emerge che siamo molto attente negli acquisti, nella scelta di ingredienti e materiali di qualità (83.4%), meglio se non "artificiali" (81%).
Questi criteri hanno un valore superiore al mero costo dei prodotti ma ciò sembra resistere anche alla crisi economica in corso. Il 75% sarebbe infatti disposta a pagare un prezzo più alto per un prodotto biologico rispetto ad uno "convenzionale" e una su due si definisce una "consumatrice etica". Anche sul fronte della contraccezione.
L'indagine è stata presentata a Torino durante il Congresso nazionale della Federazione italiana di Ginecologia e Ostetricia che ha approfondito il tema del rapporto fra la tecnologia e l'umanizzazione e questo testo è stato diffuso dall'ottimo sito Greenplanet.

I ginecologi della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), organizzatori dell'evento, hanno realizzato anche una guida, "Naturalmente donna", per offrire consigli e suggerimenti partendo dall'analisi dei 4 elementi (acqua, aria, terra, fuoco) e spiega come utilizzare al meglio le risorse, perché scegliere tessuti biologici e prodotti di stagione fa stare meglio le donne o l'importanza della luce del sole per il buonumore e la salute delle donne. L'opuscolo, lanciato in occasione dell'incontro di Torino, verrà distribuito in tutto il territorio nazionale. Appena avrò notizie più precise, ve le comunicherò senz'altro. Adesso mi metto a tartufare in giro.

La notizia che non sapevo però è che esiste un prodotto anticoncezionale naturale "Klaira" a base di estradiolo, l'ormone naturale che "unisce il basso impatto metabolico ad un ottimale equilibrio ormonale, garanzia di benessere. Il livello costante di estrogeno e progestinico è infatti lo stesso della settimana post-mestruale, quella in cui si è al top della forma e dell'umore" spiega Alessandra Graziottin). Una gran bella notizia. Qualcuna la conosce o l'ha provata?

mercoledì 9 dicembre 2009

Il regalo per le maestre

Ogni anno le mamme si devono sforzare, soprattutto chi ha la sventura come me di essere rappresentante di classe, di trovare un regalo per le maestre che sia a costo basso ma di effetto. Ecco la mia idea!

L'anno scorso abbiamo regalato alle maestre due bellissimi grembiuli/scamiciato con delle applicazioni patchwork che ho acquistato a un mercatino di beneficenza e fai-da-te. Molto carini, fatti a mano e a costo contenuto (€ 10 l'uno).

Quest'anno l'arduo compito spetta di nuovo a me (mannaggia) e ho pensato di regalare loro il bellissimo alberino di Natale di Muji. L'idea può sembrare la festa dell'oggetto inutile o rientrare nei "Mai più senza" di cuoriana memoria ma non è così.
First of all, è un alberino equosolidale, realizzato con legna di scarto da una comunità che riceve proventi per il suo sostentamento.
Seconda cosa, visto che tanto a Natale le case anche se in modo minimo, si addobbano, mi fa piacere pensare che quando le maestre negli anni tireranno fuori l'alberino, si ricorderanno che gliel'hanno regalato i Coniglietti del 2009. No?

E poi costa solo € 15, il che batte anche la splendida idea di regalare un buono musica/libri alla Feltrinelli o Mondadori. Purtroppo ormai con € 15 non si compra manco un cd!

giovedì 3 dicembre 2009

Ricaricare il cellulare senza spine

Nella mia caccia quotidiana ai prodotti che possono rendere più facile e più consapevole la nostra vita, guardate che bella cosa ho trovato: un caricabatterie per cellulare universale ad energia solare.

Quando andiamo via, dobbiamo sempre ricordarci di prendere 2 caricabatterie per i nostri cellulari. Infatti io e mio marito non siamo nemmeno riusciti ad ottimizzare l'acquisto. Il suo un Nokia, il mio un Apple. Ed ovviamente, il mio Alpha Male ha anche quello per la macchina, da inserire nell'accendisigaro. Senza contare quello di scorta che sta nella casa del lago, in caso, non si sa mai, che se lo dimenticasse.

Beh, mi sono stufata di tutti sti cosi e di tutti 'sti fili in giro e mi sono messa a cercare in rete. Ho trovato questo oggetto delizioso. Si chiama Solio Solar Charger e carica tutti i telefonini (almeno i più diffusi, iPhone incluso) perché ha tutti gli spinotti e gli adattatori. Funziona ad energia solare nel senso che si attacca il telefono, lo si mette alla luce e in 40' il gioco è fatto. Oltre tutto è anche ben caruccio da guardare. Sembra un fiore che si apre. Costa sui 70 €. Io l'ho trovato su eBay (bianco, ultrachic) ma se andate sul loro sito, potete vedere anche altri modelli e gizmos elettronici che funzionano solo ad energia solare.

A dire il vero ne ho comprati 2: uno per la mia famiglia e uno per amici. Mi pare un gran bel regalo di Natale, anche per l'ambiente. No?

giovedì 26 novembre 2009

Un clima vivibile per i nostri figli

Dal 7 al 18 dicembre i grandi della terra (che espressione terrificante!) si riuniranno a Copenhagen in cerca di accordi e protocolli per rendere la nostra Terra un posto sostenibile per le generazioni future. E noi che cosa possiamo fare?


Quando leggo di questi summit mi viene il nervoso perché mi sento sempre impotente. Mi sembra sempre che 'sta gente parli tantoe poi ci lasci soli a soffocare nel caccone, scusate l'espressione trucida.

Ma i danesi che sono gente accorta che non ha bisogno di molto per vivere felice (andate a fare una vacanza da loro) hanno realizzato una serie di eventi di contorno al summit per invitare tutti al cambiamento di modi e stili di vita, suggerendo proposte di design, ecologia, abitabilità. Fate un giro sul sito e partecipate alla petizione!


Qui invece una delle mostre da non perdere. Anche virtualmente.

martedì 24 novembre 2009

Ancora idee per regali di Natale eco-friendly

Proseguo i consigli per regali di Natale che siano non sono insoliti ma anche, e soprattutto, benefici, amici dell'ambiente e, possibilmente, del portafoglio.

Per noi milanesi l'appuntamento è a Fondaco. È questo il nome di una mostra mercato organizzata dall'Associazione Amici della Fondazione Floriani. È questa l'associazione ci si occupa di fornire assistenza domiciliare gratuita ai malati inguaribili, cronici. I fondi servono anche per la costruzione di ospizi/ricoveri per tali persone (soprattutto quelle sole) e alla formazione di personale medico e para qualificato.

Fondaco è un mercatino dove trovare abiti vintage, giochi da tavolo, decorazioni natalizie, antiquariato, gioielli, panettoni e cioccolata.

La sede è presso lo Studio Zeta, via Friuli 26 dal 25 novembre al 2 dicembre.
Per informazioni: 02.626.1111

venerdì 20 novembre 2009

Cosa bolle in pentola?


Quanto è sicura la nostra casa per noi e, soprattutto, per i nostri cuccioli? Lasciamo stare spine, spigoli, fuochi ecc. e cominciamo a pensare all'aria che c'è dentro. E se, come me, abitate in una grande città, non partiamo proprio benissimo.


Ho appena ricevuto una mail di EWG (Environmental Working Group) dove si riportano i documentatissimi dati di uno studio che dimostra come i fumi esalati dalle padelle e pentole ricoperte di teflon (politetrafuoretilene o PTFA) siano molto dannosi per la nostra salute. Addirittura letali per gli uccellini. La buona notizia è invece che ingerire casualmente piccoli pezzetti di riestimento che si fossero staccati con l'uso non è cancerogeno, come avevano invece paventato qualche mese fa.

Manco a dirlo, io uso un sacco le pentole antiaderenti. Allora, se proprio dobbiamo usarle, non dobbiamo scardarle troppo. Cosa che c'è sempre scritto anche sul libretto delle istruzioni ma secondo me impossibile. Un conto è se faccio una sogliola, ma un conto è se cuocio la verdura. Cavolo, la temperatura va su per forza!

Una buona regola è allora cercare di utilizzare il meno possibile le comodissime pentole e padelle di teflon. Devo onestamente dire che ci sono pentole e padelle in acciaio inox dove la roba non attacca davvero e anche se succede, è facilissimo pulirla. Ne sono un esempio quelle della serie Jasper Morrison di Alessi A me è andata di lusso perché le 3 che possiedo me le sono guadagnate gratis con i punti Fidaty dell'Esselunga. Costano un sacco ma sono davvero eccellenti. La roba cuoce molto velocemente e non attacca. Parola di boy-scout. Inoltre sono bellissime, ovviamente. E altrettanto ovviamente, non è necessario acquistarle tutte ma solo quella che ci serve.

Tuttavia, essendo una cuoca appassionata, so benissimo che per ogni cibo, per ogni cottura ci vorrebbe la pentola fatta nel materiale adeguato. Però non posso fare a meno di notare che i grandi chef miei maestri (Jamie Oliver, Nigella Lawson, Csaba Dalla Zorza) utilizzano esclusivamente ottime pentole e padelle in ferro o in acciaio inox. Forse è il caso di imitarli anche in questo.

martedì 17 novembre 2009

Indossiamo vestiti biologici


Domani, 18 novembre, si terrà a Milano un convegno sulla produzione di cotone equo-solidale Fairtrade. Un'occasione che colgo per parlare di abbigliamento bio.


La maggior parte dei capi e dei tessuti con i quali veniamo a contatto tutti i giorni può nascondere un serio pericolo per la nostra salute. Il cotone, uno dei più importanti materiali per il comparto tessile, durante il ciclo produttivo convenzionale è trattato con numerosi pesticidi e veleni, tanto da rappresentare la principale causa di morte di chi coltiva il cotone. Inoltre, i residui di queste sostanze permangono nei capi che i consumatori indossano ogni giorno e che penetrano nel corpo attraverso la pelle. E che provocano, insieme ai detersivi chimici, molti degli inspiegabili casi di allergie, asme, tossi, dermatiti, mal di testa e peggio ancora.

Quindi condizioni di lavoro salubri e prodotti che non ci danneggino. Due ottime ragioni per cercare, per quanto possibile visto che i prezzi sono ancora alti, di preferire prodotti realizzati in tessuti biologici ed equosolidali.

Natale è vicino, siamo tutti più buoni bla bla bla. Pensiamo allora non solo a noi stessi ma anche a chi lavora per produrre i regali che vogliamo fare. Io quest'anno ho deciso - come sapete - di fare solo regali fatti da me o equosolidali, comunque ecologici e biologici. E se poi siete uber-fashioniste come me, fate un giro sull'ottimo Yoox che non ci tradisce mai. Da poco non solo si può donare mezzo euro per compensare la carbon footprint della spedizione ma si può anche fare green shopping. Cliccate subito!

giovedì 12 novembre 2009

La Terra è la grande casa di tutti noi


"What is the use of a house if you haven't got a tolerable planet to put it on?"
-Henry David Thoreau (1817-1862)



Questa frase di Thoreau - scrittore americano da me molto amato per il suo Walden, la vita nei boschi che mi fruttò un bel 30 all'esame di angloamericano - mi ha portato a pensare come ci prendiamo cura della nostra casa, come cerchiamo di farla diventare o restare un luogo accogliente, salubre. E come il nostro pianeta sia l'insieme di tante case, di tanti habitat. Eh sì, perché poi, in fondo, la Terra è la grande casa di tutti noi. Quando un tetto si rompe, lo aggiustiamo. Quando i muri anneriscono, li imbianchiammo di nuovo. Quando arriva la primavera, facciamo le pulizie generali. Beh, la Terra richiede le stesse cure.

Quindi, cominciamo dalle nostre case.

Traduzione della frase di Thoreau: "A che cosa serve una casa se non abbiamo un pianeta vivibile dove metterla?"

lunedì 9 novembre 2009

Riduciamo i rifiuti, laviamo i pannolini

Per quanto mi sforzi di aiutare la natura, l'ambiente, l'equosolidale ecc. non ce l'ho mai fatta ad adoperare i pannolini lavabili. Certo le nostre mamme lavavano tutto ma per il nostro stile di vita la vicenda mi è sempre parsa abbastanza impraticabile. O no? Leggete qua.

Pannolinilavabili.info partecipa alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti con il patrocinio di Federambiente. Dal 21 al 29 novembre, una settimana di iniziative sul sito del gruppo NonSoloCiripà.

Il gruppo NonSoloCiripà e www.pannolinilavabili.info parteciperanno da
protagonisti alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti.
L'attività di informazione e condivisione di esperienze svolta dal sito web da oltre un anno, sarà ampliata e arricchita proprio in occasione della Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti 2009 e perciò patrocinata da Federambiente che ha rinconosiuto di interesse pubblico le tematiche presenti sul sito ed il lavoro dei genitori del Gruppo.

Martedi 24 e mercoledi 25 novembre tutte le mamme, i papà e gli operatori del settore, interessati agli argomenti pannolini lavabili ed ecogenitorialità, sono invitati nelle stanze-chat a tema, delle piazze virtuali, coperte a turno dai genitori del gruppo, in cui si potranno affrontare i vari argomenti quali la scelta dei pannolini
lavabili, la loro manutenzione, consigli per la riduzione dei rifiuti e per una genitorialità "ecosostenibile".

Sul sito si possono trovare info su pannolini fai-da-te, l'elenco dei Comuni italiani che offrono incentivi all'uso dei lavabili, gli Asili Nido che li accettano e un dettagliato archivio di tutti i negozi che li vendono sul territorio e sul web.
A cornice delle informazioni presenti sul sito, c?è il lavoro delle testimonial e delle referenti che offrono consulenze gratuite personalizzate via email o dal vivo e partecipano ed organizzano eventi legati all?argomento su tutto il territorio nazionale.

Info: info@pannolinilavabili.info

mercoledì 4 novembre 2009

Meditate gente, meditate

Oggi mi ha colpito questa frase che ho letto. La condivido con voi. Ditemi che ne pensate!

"Il mondo si divide in tre gruppi: quelli che lasciano che le cose succedano, quelli che le fanno succedere e quelli che si chiedono che cosa è successo".

In quale categoria rientri?

giovedì 29 ottobre 2009

Riscopriamo le biblioteche rionali


Riguardando il film di Sex and the City e attanagliata dal credit crunch mi è tornata la voglia di prendere i libri in prestito in biblioteca. Il che, neanche a dirlo, è l'ultima moda. Chic and cheap.

Quando ero piccola ci andavo sempre. Devo riconoscere a mia mamma il merito dell'iniziativa. Poi smisi per riprendere l'anno della maturità. La frequentai poco durante l'università perché utilizzavo quella di facoltà e dell'università e poi il nulla.

Rivedendo il film di Sex and the City mi è venuta una voglia matta. La scena, all'inizio, è quella di Carrie che va a letto e Big la prende in giro chiedendole se è l'ultima persona a New York che prende i libri in prestito dalla biblioteca. "È per l'odore" risponde lei. Ecco, su questo possiamo discutere ma sul fatto che sia una splendida abitudine no.

E quindi un mese fa sono andata a fare un giro nella biblioteca rionale della mia zona e... STUPEFATTA MERAVIGLIA è tutto cambiato! Più moderna, tutta informatizzata e soprattutto con una sezione per bambini dagli 0 agli 8 anni STREPITOSA!!!

Mi soffermo solo sulla parte per i bambini: una saletta splendida, con tv/dvd/vhs, tappetoni, poster e arredamento molto molto children friendly. E soprattutto una quantità ENORME di libri, romanzi, fumetti, dvd, vhs per i nostri piccoli che possiamo consultare lì con loro oppure portare a casa.

Inutile dire che ho cominciato a prendere libri per il mio piccolo. Li tengo due-tre settimane, il tempo di leggerli le solite duecento volte (sappiamo tutte come sono i bambini!!) e poi li riporto. DAvide ha sempre storie nuove e io non spendo una lira e soprattutto non accumulo ulteriori quantità di carta in casa.

Il suggerimento? Scoprite quale è la vostra più vicina e approfittatene per passare lì qualche pomeriggio piovoso, freddo e buio come oggi. L'inverno ne è ricco!

mercoledì 28 ottobre 2009

La cintura biologica


Tempo fa mi era arrivato un comunicato di questa cintura ma mi si era perso nei meandri del cyberspazio. Oggi l'ho casualmente ritrovato e quindi ve ne parlo volentieri perché si tratta di un oggetto a poco prezzo ma che può significare una bella svolta: la cintura biodegradabile.

Si chiama TIE-UPS ed è realizzata con una particolare plastica biologica nel senso che deriva da riciclo ed è biodegradabile, quindi una volta che l'abbiamo consumata, rotta o che siamo ingrassate (di solito è il mio caso) la si può buttare senza paura.

Esiste sia in versione adulto (€ 55) e in versione bambino/a (€ 39).

Mi sembra una bella cosa da segnalare e anche un altro possibile cadeaux natalizio.

Si può acquistare a Milano da Cargo e High Tech oppure per tutto il resto d'Italia e del mondo su questo sito che è la fotocopia (bruttina) di Yoox ma che offre e cinture scontate del 30%.

giovedì 22 ottobre 2009

Idee eco-bio-sostenibili per i regali di Natale

Il Natale è ancora molto lontano ma se siete bizymommies come me (cioè impegnate in mille lavori, attività ecc.) il tempo è sempre tiranno e quindi ho pensato di darvi qualche consiglio per regalini natalizi eco-bio a cifre più che sostenibili. Mandatemi le vostre idee!

Finalmente da un anno a questa parte ci sono anche un sacco di cosucce carine e sfiziose, di design. Ve ne segnalo alcune.


I calzini e le magliette di Muji. Sono realizzate in cotone e fibre riciclate. Sono deliziosi e indistruttibili. Fantastici per i regali natalizi di grandi e piccini, maschi e femmine. Si acquistano nei negoxi Muji oppure online qui.

Vivere verde, vivere al verde

Vivere verde non è più un'ideologia sinistroide ma una necessità. E non è nemmeno una tendenza fashion e di moda. Infatti, purtroppo, in Italia le celebs de noantri preferiscono farsi paparazzare all'uscita del Billionaire o dell'Hollywood che non mentre coltivano il loro orticello bio sulla terrazza di casa. Il che è un gran peccato.

Ad ogni modo, credo che tutto sommato stiamo vivendo un'epoca interessante perché dobbiamo confrontarci con la madre di tutte le sfide: assicurare ai nostri bambini cibo, acqua ed energia. Il che ci costringe a modificare le nostre abitudini, a sperimentare cibi nuovi, ad esplorare nuovi modi di vivere, viaggiare, acquistare.

Stiamo di fatto cambiando il mondo. E se anche la LIDL lancia una linea di prodotti per la pulizia della casa (i W5) eco-compatibili, verdi e certificaati addirittura in Germania (là sì che sono gente seria) non posso che gioire. Più global diventa la produzione di prodotti eco-compatibili, amici dell'ambiente e della salute, realizzati in aziende che non danneggiano l'ambiente e garantiscono lavoro e salario equi, cosa dire se non: "EVVIVA"?!?!?!?!

martedì 20 ottobre 2009

Idee per merendine salutari

Quasi ogni pomeriggio, dopo l'asilo, porto il mio piccolo al parchetto. È ora di merenda e vedere le porcherie che riescono a sfoderare le mamme è sempre agghiacciante.

Posto che pure io a volte estraggo i biscotti dal fagottino della merenda, riesco sempre a stupirmi del carico di merendine confezionate, chupa chupa, caramellame vario, Mars, Kinder (in tutte le sue forme), patatine, Pringles ecc. ecc.

Allora, parliamo di bambini di età tra gli 0 e i 5 anni. Qualcuno di prima elementare quindi 6 anni. Parliamo anche di mamme che non lavorano (o che fanno part time) e di tate. Possibile, dico io, che nessuna ma proprio nessuna abbia il tempo di preparare qualcosa di più salutare? Anche io non lo faccio sempre, non sempre infatti riesco a trovare quei 5 minuti per preparare qualcosa con le mie manine. A volte però è più facile di quel che si pensi e quindi vi do qualche suggerimento. Che ne dite?

1. fette di pane tostato integrale o ai cerali con burro e marmellata (home made la mia!)
2. crostatina fatta in casa (e scongelata alla bisogna)
3. Mela/pera sbucciata e a pezzetti
4. Banana, susine ecc.
5. Frutta secca sgusciata
6. un fetta di torta

Vi assicuro che una tortina fatta in casa è infinitamente più sana di qualsiasi cosa possiamo comprare già confezionata, anche se la lista degli ingredienti è confortante.
I nostri figli ci ringrazieranno quando avranno la nostra età.

lunedì 19 ottobre 2009

Cosmetici bio e anche equosolidali

Si chiama Natyr by Altromercato ed è la linea di cosmetici biologici che sono anche equosolidali. Il che non è malaccio.

Non solo ingredienti bio certificati, non solo produzione garantita in condizioni sostenibili ma anche attenzione all'ecologia e agli imballi cosmetici. Se, come spiega un comunicato, l'azienda vuole limitare e ridurre progressivamente gli imballi, oggi più dell'85% dei prodotti Natyr non presenta imballaggi secondari. Tutti gli imballi - come per LUSH - sono realizzati in materiali riciclabili e a ridotto impatto nelle produzioni (es. non si usano pvc). I prodotti, ove possibile, possono essere venduti come ricariche.

La linea è da quest'anno completa e si può acquistare nei punti vendita Altromercato. È una linea di prodotti benessere di alta qualità, per la cura del corpo, con ingredienti naturali appartenenti alle tradizioni cosmetiche dei popoli del Sud del mondo perché richiama l'attenzione alla provenienza e alla filiera delle materie prime equo solidali e alle condizioni di produzione, riformula i propri prodotti, cercando un livello di maggiore naturalità (riduzione degli ingredienti di sintesi e presenza di ingredienti naturali o di derivazione naturale sempre garantita tra il 95% e il 100%), acquistati da organizzazioni del commercio equo e solidale per almeno il 50% di ingredienti, e da un anno, certificando biologici ( CCPB) oltre il 30% di articoli.

Guardando i forum in giro sembrano ottimi. Adesso ne compro qualcuno e poi vi so dire. Dicono che il gel corpo idratante al tè verde sia un portento.

mercoledì 14 ottobre 2009

Un ospedale per bambini eco-sostenibile

L'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, continua a percorrere la strada della sostenibilità ambientale. Ora, dopo la struttura architettonica costruita secondo criteri della bioedilizia, è pronto un giardino bio per i suoi piccoli pazienti.


"Il Giardino senza bua" è stato chiamato. Un giardino senza medicine, sano. Forte. Un esempio che coincide perfettamente con la filosofia che tutela la salute.

Il Meyer di Firenze è la prima struttura ospedaliera italiana progettata e realizzata per ridurre le emissioni inquinanti nell'aria, che fa della sostenibilità ambientale il suo obiettivo principale. Celle fotovoltaiche, giardini verdi sui terrazzi e sul tetto, piccoli e grandi accorgimenti rendono il Meyer il primo Ospedale bio-sostenibile d'Italia. A questo, si affianca la scelta già adottata dalla Fondazione Meyer di avviare da subito il percorso di certificazione Bio-Habitat per tutto il verde che circonda l'Ospedale.

Al suo interno ha preso piede già da qualche tempo il progetto di un giardino e di un orto biologico fatta a misura di bambino e per i bambini. Una splendida iniziativa che ha non solo un valore "globale" ma anche terapeutico per i piccoli ospiti del nosocomio toscano. Che bella idea!

martedì 13 ottobre 2009


Riporto il comunicato che ho ricevuto da Greenplanet.net

Un'iniziativa che viene proposta già da 6 anni, "realizzata con modalità simili in tutta Europa, per spiegare ai consumatori e cittadini dove trovare i prodotti Fairtrade ed aumentare la consapevolezza che con un consumo fair possiamo contribuire ad uno sviluppo sostenibile equo e solidale".

Dal 17 al 25 ottobre cene con menù equosolidali (nei ristoranti aderenti a "Io faccio la spesa giusta"), Fairtrade Break nei ristoranti self service, promozioni nei supermercati che aderiscono all'iniziativa e banchetti nelle piazze realizzati da Legambiente e Movimento consumatori.

La "spesa giusta" è un'iniziativa promossa per diffondere le pratiche di consumo consapevole ed etico, un valore certificato da Fairtrade (il consorzio che aderisce a Fair Trade Labelling Organisations, il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia) che sta cominciando a far breccia anche nelle abitudini dei consumatori italiani. "Anche a fronte della crisi, nel 2008 i consumi equo e solidali sono aumentati del 25%," ci spiega Paolo Pastore, direttore di Fairtrade Italia. "Nei primi 6 mesi del 2009 - continua - abbiamo mantenuto un trend intorno al 25%, il che significa che chi ha provato i prodotti equi in occasione degli eventi 2008 poi ha continuato a sceglierli ed alcune insegne si sono adeguate ampliando la scelta di prodotti disponibili".

Equo e solidale sempre più diffuso, tanto da diventare scelta strategica per gruppi come Crai, Auchan, Unes, Lidl, Conad che hanno voluto la certificazione fairtrade per i propri prodotti a marchio. "Conad ha deciso di inserire una propria linea di private label certificate Fairtrade, Billa - Standa inserirà 12 nuovi prodotti da ottobre 2009".

"Dalle più recenti ricerche risulta che il consumatore tipo è trasversale sotto il profilo culturale e sociale, è in prevalenza donna e si concentra nella fascia di età compresa fra i 25-45 anni, con nuclei familiari con figli. Sceglie prodotti bio e, in generale, sostenibili."


Equo e solidale e biologico.


In occasione di "Io faccio la spesa giusta" verrà presentato il volume "Equo & solidale. Un ricettario per tutti i giorni", edito da Tecniche nuove, che contiene più di 100 ricette con ingredienti di commercio equo.

lunedì 12 ottobre 2009

Lo shampoo fatto in casa


Dunque. Era da un po' che mi frullava in testa l'idea di smettere di spalmarmi in testa roba schiumosa piena di conservanti e schiumogeni sintetici (il famoso SLS Sodium Lauryl Sulfate che è quello che consente a tutti i prodotti di fare schiuma).

Quindi consulto il libro di Romy Fraser, la mitica farmacista omeopata inglese fondatrice di Neal's Yard Remedies, che è la vera bibbia per la cosmesi fai-da-te ecologica ed amica del corpo e dell'ambiente.

Trovo una bella ricettina per uno shampoo alla salvia, la metto in pratica e la provo.

UN DISASTRO!!!


Le pastigliotte risultano gelatinose e non facilissime da mettere sui capelli bagnati ma proseguo. Solo che la sensazione immediata è di pesantezza, di chiusura del capello, non so come dire. I capelli risultano subito pesantissimi, come se fossero molto, molto, infinitamente più sporchi. Mannaggia. Insisto. Sciacquo con fatica enorme e provo ad asciugarli. Impossibile. Sono luridi, opachi, proprio più sporchi di prima. E oltretutto non riesco a pre-asciugarli con l'asciugamano, come fossero diventati una spugna piena di acqua che non si riesce ad eliminare.

Sono costretta a rientrare nella doccia e a rilavare i capelli con lo shampoo normale (Camomilla Schulz) e mi tocca fare lo shampoo 4 volte, ripeto, 4 volte prima di vederli e sentirli un po' meglio.

Sono depressa, ho seguito alla lettera la ricetta che vi riporto comunque. Ma dove avrò sbagliato? Qualcuna mi dà un consiglio?

1 cucchiaino di salvia secca
300 ml di acqua
1/2 saponetta alla mandorla
3 cucchiai da tavola di glicerina vegetale
10 gocce di olio essenziale di limone

Fare un'infusione (acqua bollente per 3 minuti) con la salvia e l'acqua e colare.
Grattugiare il sapone e aggiungerlo all'infuso di salvia. Riscaldare sul gas fino a che è tutto sciolto e amalgamato.
Aggiungere la glicerina mentre il composto è ancora caldo.
Aggiungere l'olio essenziale, versare negli stapini da muffin e lasciar raffreddare.

martedì 6 ottobre 2009

Buone notizie per le mamme in sovrappeso


Tormentata dal sovrappeso? Sgravato il piccolo e terminato l'allattamento ti ritrovi coi rotolini sulla pancia? Forse che forse... arriva un aiuto.

È stato pubblicato in Francia il decreto interministeriale che autorizza l'uso e la commercializzazione del rebaudioside A (Reb A), derivato dalla pianta stevia rebaudiana. Si tratta di una pianta sudamericana (della famiglia delle Asteraceae) utilizzata da secoli, in particolari dai Guarani, come dolcificante e pianta medicinale. Il potere dolcificante dei suoi estrattti, tra cui il rebaudioside A, può essere fino a 300 volte superiore a quello dello zucchero normale. MA l'ottima notizia è che la Stevia è senza calorie e ha un indice glicemico nullo.

Essa è utilizzata in Giappone già dalla metà degli anni '70. Perché viene autorizzata in Europa solo adesso? La risposta è semplice "Sweetness is big money", ovvero "la dolcezza fa guadagnare tanti soldi", come ha dichiarato Rob McCaleb, fondatore e presidente dell'americana Herb Research Foundation.
Per anni la Stevia ha subito la concorrenza scorretta dell'aspartame, utilizzato nella produzione di bibite con poche calorie. Negli ultimi anni però il mercato delle bibite "light" ha cominciato a perdere quota, proprio a causa delle oramai nota tossicità dell'aspartame. Nonché delle conseguenti scelte di acquisto dei consumatori, che si orientano sempre più verso i prodotti naturali.

Visto che tra poco le prime bustine invaderanno la Francia si spera che la UE ne autorizzi la circolazione in tutto il mercato europeo. Altrimenti non ci rimane che andare in Gran Bretagna e continuare ad acquistare l'ottimo Splenda.

mercoledì 23 settembre 2009

Lush contro i sacchetti di plastica

Amo il verde e il biologico ed è stato quindi "naturale" appassionarmi ai prodotti LUSH. All'epoca della loro scoperta abitavo a Londra e quindi, anche tornata in Italia, mi facevo mandare dalle mie amiche rimaste colà le fantastiche palle da bagno (le ballistiche). Finalmente qualche anno fa il mitico Marc Constantine - ideatore, fondatore e presidente di LUSH - ha deciso di go global. Già, più che il verde alla fine può il desiderio di profitto anche se mascherato sotto il "diffondiamo la filosofia della non-confezione, del no ai conservanti, del packaging riciclato e riciclabile, degli ingredienti non di sintesi". Ciò detto, ora "scremo le creme" con molta attenzione e quindi ho scartato alcuni prodotti, tuttavia rimango grande fan e utilizzatrice (soprattutto gli shampoo, che trovo comodissimi) e aderisco sempre con gioia a tutte le loro proposte.


Mi è arrivata newsletter che annuncia la loro campagna per l'abbandono dei sacchetti di plastica.
Posto che sono la prima a cercare il più possibile di fare la spesa con le mie borsine di stoffa, a comprare il detersivo alla spina, a privililegiare il lavabile invece dell'usa e getta, mi sorge spontanea una domanda: ma la spazzatura dove la metto? Dove la metto se non nei sacchetti di plastica del supermercato? Devo comprare ANCHE quelli speciali da compostaggio che - peraltro - a Milano non sono riciclati?

Che mi consigliate?

lunedì 14 settembre 2009

Dimagrire con lo Yogalates


Se anche voi siete mamme come me che le hanno provate tutte per dimagrire e buttar giù i chili della gravidanza, siete nel posto giusto.

Ovviamente io NON sono rientrata nel novero delle yummie mummies che come per magia, pur allattando per 19 mesi, lavorando, correndo come una pazza da mattina a sera è dimagrita. La fata Smemorina con me la bacchetta non l'ha trovata.

Le ho provate tutte davvero. Nell'ordine:

- esame e dieta delle intolleranze
- visita da celebre dietista Zonista (Gigliola Braga) e dieta Zona
- costosissimo metodo Figurella (già testato con successo anni fa ma stavolta no)
- dieta delle alternanze di cereali (con il mitico dott. Speciani)

Con ogni dieta provata perdo i primi 3-4 chili e poi si blocca tutto. Nessuno riesce a capirne il perché ma così è. Non ho problemi di tiroide, né di metabolismo né di altro. La diagnosi è solo lo STRESS. Che mi fa gonfiare come Bombo di Finding Nemo. E gli 8 chili che devo perdere sono tutti lì.


Fino a che, mettendo in ordine i dvd, sono incappata in un cd di tale Louise Solomon. Avevo scritto un pezzo su di lei un anno fa e mi ero quindi procurata i suoi dvd. Il pezzo me lo avevano pure pagato ma i cd, devo confessare, non li avevo manco s-cellophanati. :-)

È una tipa australiana, che opera a Byron Bay, un posto magico sulla west coast australiana, meta di fancazzisti e di fattoni, rimasto fermo negli anni '70 ma davvero con un'atmosfera incredibile e straordinaria. Ne parlo a ragion veduta perché ci sono stata. E ci ho perso un aereo. Non fatemi dire di più ;-)

Beh, la tipa è la guru e fondatrice dello Yogalates, fusione di yoga e Pilates.
Lei garantisce che facendo il suo workout 3-4 volte alla settimana per 3 mesi la mia via cambierà. Ci provo.

Il cibo bio è superiore. E adesso?!?!

L'anno scorso aveva fatto scalpore un servizio apparso su Panorama che accusava il cibo biologico di essere inutile quando non addirittura truffaldino. La sostanza dello studio inglese su cui si basava la pessima e poco documentata ricerca (disonore per un settimanale solitamente ben informato come Panorama) era che il cibo bio non era meglio dell'altro né per il gusto né per la salute.

Peccato che adesso arrivi una solenne smentita dalla Francia. Clamorosa e conclamata ma da noi, chissà perché, nessuno ne parla. Beh, lo faccio io, riportando l'articolo pubblicato su Greenplanet. Eccolo.

"Una nuova ricerca, questa volta redatta in Francia, produce conclusioni che stravolgono completamente i risultati dello studio inglese che, lo scorso agosto, hanno scosso il mondo biologico creando non pochi guai. Che si voglia o no i benefici nutrizionali offerti dagli alimenti biologici rappresentano un tema di dibattito di grande rilievo, alla luce anche dell'effetto dirompente della famosa ricerca inglese del FSA, riportata con grande enfasi dai detrattori del settore. Ma la discussione non è di certo conclusa: oggi, infatti, esce su Agronomy for Sustainable Development una ricerca che propone una conclusione diametralmente opposta, questa volta coordinata dall'agenzia alimentare francese Afssa (omologa dell'ente britannico), quindi altrettanto autorevole.

Denis Lairon dell'Università di Aix-Marseille ha infatti curato un "aggiornamento esaustivo e ragionato sulla qualità nutrizionale e sanitaria degli alimenti biologici", per conto dell'AFSSA (l'autorità francese per la sicurezza alimentare), di una ricerca originariamente pubblicata già nel 2003, arricchita con risultati raggiunti negli ultimi anni.

Tra le peculiarità riscontrate solo nel biologico, una maggior presenza di elementi e minerali come ferro e magnesio e una maggior concentrazione di polifenoli antiossidanti come fenoli e acido salicilico. A proposito dei livelli di carboidrati, proteine e vitamine non sono stati raccolti dati sufficienti per una valutazione adeguata mentre la carne bio contiene una maggior quantità di grassi polinsaturi di quella tradizionale.

L'elemento che contraddistingue la ricerca francese distinguendola da quella della FSA inglese è la sicurezza alimentare. Il cibo bio, per esempio, non contiene pesticidi tra il 94 e il 100%, l'ortofrutta bio, invece, spicca per una concentrazione del 50% inferiore al convenzionale di nitrati. I cereali biologici contengono quantità di micro tossine analoghe al prodotto convenzionale.

Tornando alla ricerca Fsa, invece, adesso è chiaro come siano stati in prevalenza ( od esclusivamente) analizzati studi pubblicati in lingua inglese, sottolineando carenze metodologiche in alcune analisi che forse poi non sono state prese in considerazione.
La relazione AFSSA ha invece prestato maggior attenzione alla qualità delle ricerche esaminate e lo studio che le accompagnava. I documenti selezionati dovevano essere collegati a pratiche agricole biologiche certificate e ben definite, valide informazioni sulla progettazione e follow-up, validi parametri di misura e campionamenti appropriati e analisi statistiche.

Qui si ferma il breve riassunto scientifico. Ora sarebbe curioso vedere cosa faranno gli stessi giornali che nei primi di agosto hanno rilanciato brandelli dell'agenzia di stampa che riprendeva (parzialmente) la notizia della ricerca inglese. Troverà altrettanto spazio l'altrettanto autorevole ricerca francese? Dubitiamo. C'è una volontà diffusa, in vari segmenti dell'industria agroalimentare anche in Italia, nel voler ridurre quanto di meglio vi sia nella produzione biologica. La qualità dei prodotti e il lavoro delle persone che si sforzano di coltivarli.

Infine una spontanea annotazione di carattere culturale. In Francia vi è una tradizione agroalimentare che eccelle ed è riconosciuta a livello mondiale, legata a terreni vocati, coltivazioni eccellenti e capacità di valorizzare nel modo più appropriato queste risorse. Alla Gran Bretagna possiamo riconoscere una grande forza dell'industria del cibo, fatta di razionalizzazione, distribuzione e utilizzo della comunicazione. Contesti e caratteristiche che non possono non avere un peso sul piano decisionale di un'autorità governativa."

martedì 28 luglio 2009

Infertilità di coppia, ora la diagnosi è in dieci ore

Da SISMER un nuovo "programma riproduttivo" per azzerare i tempi di attesa e accompagnare chi ha problemi di concepimento verso una scelta consapevole

Ho ricevuto questo comunicato e ben volentieri lo pubblico perché mi pare faccia un po' di chiarezza sulle tappe da percorrere quando si fa fatica a concepire un bimbo.

Bastano dieci ore per aiutare le coppie infertili a trovare la strada migliore per avere un figlio. La novità arriva da SISMER - Società italiana di Studi di Medicina della Riproduzione - che ha messo a punto un preciso programma riproduttivo: "One Stop Clinic" coniuga, nell'arco di una sola giornata, sia la fase diagnostica, sia quella di valutazione, per arrivare a sera con un quadro ben preciso di quello che è il benessere riproduttivo della coppia.

La vera novità è nella concentrazione degli esami e delle visite, lavorando molto sul "fattore tempo". L'orologio è infatti tra i principali nemici delle coppie che hanno problemi riproduttivi (all'incirca una coppia ogni tre). Occorre almeno un anno di rapporti liberi non protetti e costanti, senza avere alcun concepimento, per iniziare a parlare di infertilità. Inoltre l'età della donna non gioca a favore di una gravidanza. «In una donna, già dopo i 30 anni inizia il calo di fertilità; a 40 anni circa, la fertilità è dimezzata rispetto a quando di anni ne aveva 25», spiega Anna Pia Ferraretti, ginecologa, direttore scientifico di SISMER. «E nel momento in cui una coppia decide di richiedere un aiuto medico, può scoprire che il problema non può essere risolto "subito", ma che si deve affrontare un percorso di diagnosi e terapia, spesso a tappe, che può durare a lungo».
Il percorso diagnostico di "One Stop Clinic" prevede una serie di esami iniziali relativamente semplici e definiti da linee guida basate sulla evidenza medica. «Troppo spesso però questi esami vengono diluiti nel tempo (consiglio, prescrizione, effettuazione) e negli spazi (strutture sanitarie di diversa tipologia), richiedendo un consumo di tempo e di energie che non possono che creare "ansia"», continua Ferraretti. «Non sempre, inoltre, alla fine del percorso è possibile porre una "diagnosi certa"e l'incertezza che ne deriva può ulteriormente aumentare il livello di stress. Gli esami diagnostici, anche qualora non fossero in grado di "capire" quale sia la causa della infertilità, sono comunque di fondamentale importanza per impostare il successivo programma».

Grazie al proprio team di medici specialisti in Medicina della Riproduzione (ginecologi, andrologi, genetisti, psicologi), SISMER, con "One Stop Clinic" ha concentrato in una sola giornata tutti gli esami di primo e secondo livello che, sulla base della evidenza clinica, sono in grado di fornire le informazioni necessarie per porre una prima diagnosi e impostare con la coppia il successivo programma riproduttivo.

Concretamente, alla coppia viene chiesta la disponibilità per una giornata intera: dalle 8.30 alle 18. La donna viene sottoposta innanzitutto ad una visita ginecologica con ecografica pelvica ed eco sonografia, più altri esami se necessari. L'uomo invece incontra l'andrologo e viene sottoposto ad ecografia con color doppler, spermiogramma di base e test di separazione nemaspermica. È prevista per la coppia anche la possibilità di incontrare uno psicologo. Con gli esiti alla mano quindi, ci sono i colloqui con gli specialisti. «Alla dimissione, la coppia riceve una relazione scritta con l'esito degli esami, le eventuali prescrizioni ed i suggerimenti per il programma futuro». Conclude Ferraretti: «È un "rapporto breve ma intenso" tra la coppia e gli specialisti che porta la stessa coppia a muoversi con attenzione in un settore dove solitamente c'è grande confusione».La sede centrale è a Bologna (via Mazzini, 12) con centri satellite dislocati in altre regioni italiane. www.sismer.it.

lunedì 1 giugno 2009

Bambini, lattanti, neonati al mare


Si crede, giustamente, che il mare faccia bene ai bambini: lo iodio, l'aria pura, il movimento ecc. ecc. Vi svelo però qualche segretino, raccolto dopo anni di indagini tra mamme e nonne. Ecco la verità!

CATARRO, TOSSE, RAFFREDDORI
È vero che l'acqua di mare, contenendo sale, va bene perché scioglie il catarro. Lo stesso principio della fisiologica che spariamo loro nel naso. È infatti inevitabile che i bimbi facendo il bagno in mare un po' bevano e quindi va benone. Se però il bagno in mare, per mille ragioni, non lo fanno, la stagione migliore per non solo guarire ma fortificarsi è l'inverno. Il mare d'inverno sarà un film in bianco e nero per la Berté e Ruggeri ma per i bambini è un vero toccasana che li renderà immuni per tutto il resto della stagione fredda. Quindi l'ideale è l'opposto di quel che si crede: mare di inverno e montagna d'estate.

NANNA
Attenzione ai bambini sotto i 7-8 mesi. Statisticamente i bambini più piccoli, soprattutto i neonati, al mare si isterizzano. La maggior quantità di iodio e idrogeno nell'aria li eccita, li fa sentire euforici e diversi. Ma ovviamente un neonato non sa gestire né canalizzare l'energia che avverte e quindi quasi sempre il soggiorno al mare si risolve in psicodrammi di notti insonni, pisolini saltati, mamme nevrotiche, padri delusi ecc. ecc. E poi non dite che non ve l'avevo detto.
Ci sono, come sempre, le eccezioni. Se i vostri neonati sono tra questi, bene, venite a raccontarmelo.

BATTERI, INFEZIONI ECC.
Per i grandicelli, valgono le solite norme di igiene e buon senso ma per i più piccoli - soprattutto se non ancora vaccinati - sabbia, calore, asciugamani di spugna, sudore ecc. sono veicoli eccezionali per la trasmissione e la proliferazione di germi e virus. E con sistemi immunitari non ancora formati (soprattutto se nati a fine inverno) capite da sole che cosa significhi.
A voi neomamme: sicure che 'sto giro non preferite la montagna?

SCEGLI IL POSTO GIUSTO
Perché la vacanza sia tale, state bene attente all'hotel che scegliete. Vi elenco un po' di domande da fare e farvi prima di sganciare la caparra.

- hanno seggioloni, vaschette per bagno (spesso il bagno in camera ha la doccia con il flessibile corto), posate e bicchieri in plastica ecc.
- hanno biciclette con seggiolini per piccoli
- hanno persiane/tende/tapparelle per fare buio. Il buio vero facilita enormemente l'abitudine al sonno dei più piccoli
- hanno possibilità di personalizzazione degli orari dei pasti. Tipicamente i piccoli mangiano alle 12 ma spesso invece le salles-a-manger aprono i battenti alle 13. Okkio!
- hanno ascensori, scale, accessi che agevolano non solo il passaggio e il trasporto di passeggini e carrozzine ma permettono anche di parcheggiarli
- hanno passeggini a disposizione o a noleggio (una gran figata, lasciatemelo dire!!)
- la cucina è disponibile a preparare menù per piccoli: passatini di verdura con indicazioni sulla scelta, carni e pesci al vapore ecc. o eventualmente a cucinare la pasta o i prodotti che acquistate voi per i vostri piccoli (in Romagna lo fanno tutti, un grande plus)
- aria condizionata o esposizione al sole. Arrivare in una stanza rovente al momento della nanna è un dramma.
Infine, un'ultima indicazione. I piccoli vanno a nanna presto e le stanze al mare sono di solito piccole perché pensate per dormirci solo mentre si sta tutto il giorno fuori. Tuttavia non è il massimo essere costrette a nanna, noi o nostro marito, alle 21 con i piccoli senza manco poter guardare la tv o leggere un libro. Quindi pensate bene se non valga la pena investire in due stanze comunicanti o in hotel che offrano stanze con magari una zona riparata dove mettere il lettino che consenta di vivere anche ai genitori. In fondo sarebbe vacanza anche per noi, no?

mercoledì 27 maggio 2009

Il mio gelsomino è rifiorito



Immagino che non possa fregarvene di meno ma io ho un gelsomino. Non l'originale ma quello farlocco, il rincospermium, un gelsominoide. Si dice così, non è offensivo. Questo gelsomino è stato acquistato in modo abbastanza simbolico quando sono rimasta incinta di Davide. In realtà ero già al quinto mese ma ci piaceva avere qualcosa di verde, di fiorente che ci ricordasse per sempre quel momento meraviglioso. Non volendo rischiare di comprare piante scarse, sono andata direttamente da Ingegnoli in viale Pasubio, cioè il Cartier delle piante, per chi conosce Milano. Ci è costato la bellezza di € 300 una follia sensopriva ma insomma, mi pareva non ci fosse prezzo per il valore che attribuivo alla nuova vita che volevo celebrare.

Il primo anno tutto ok. L'estate era stata molto fredda, il 14 agosto 2005, quando è nato Davide, c'erano 19° e io avevo le maniche lunghe. La seconda estate ha iniziato a soffrire: sempre meno foglie, sempre meno fiori, sempre meno germogli. Io ho sempre innaffiato pazientemente, concimato (biologico ovviamente), parlato con affetto ma insomma, il poveretto pareva soffrire.

Quest'inverno ha iniziato ad essere davvero bruttarello. Spelacchiato, con delle escrescenze inquietanti tipo baccello di fagiolo doppio che nessuno ha saputo identificare. Foglie pochissime e che avvizzivano subito e sempre più rami che si spogliavano.

Ormai Davide ha 3 anni e mezzo per cui l'afflato poetico si è affievolito mentre ha preso più piede il concreto e prosaico concetto dei trecento eurini sbattuti via per acquistarlo. Furente, chiamo Ingegnoli e mentre parlo con loro mi si squarcia il velo: non l'avevo MAI potato.

Mi armo di cesoie e per una settimana ho tagliato, potato, seghettato, ripulito tutta la pianta. Ho preso la scala e ho iniziato dall'alto, mi sono sporta (dal 6° piano) che ho fatto prendere un colpo alla vicina.

Morale: ho tagliato tutti i rami secchi e quelli con poche foglie, anche quelli con foglie solo alle estremità. Poi l'ho bagnato molto e nel giro di 48 ore - GIURO - è rinato! Pieno di fiori, di foglie fresche e verdi, rigoglioso e cicciotto e adesso anche profumatissimo e pieno pieno di milioni di fiorellini profumati. Neanche da credere che solo una settimana fa era tutto spelacchiato, legnoso e grigio.

Sono felice, mi ha dato troppa soddisfazione vederlo più bello che mai e solo grazie alle mie cure amorose.

Sono paranoica se dico che mi piace pigliarlo per un buon segno? Magari arriverà una nuova vita tra noi...

mercoledì 6 maggio 2009

Sei mamma? La rete ti salverà

Finalmente ho il coraggio di aprire un mio blog. Dopo anni di esperienza al soldo dello straniero, eccomi qui con la mia esperienza a fare quello che faccio da tre anni e mezzo, la mamma, e quello che faccio da una vita: la grafomane.

Questo blog è il posto dove tutte le neomamme troveranno risposta alle ansie, ai problemi, alle piccole e grandi fatiche della convivenza con un minuscolo esserino appena venuto al mondo. Nel mio caso personale, l'esserino in questione pesava quattro chili e mezzo :-) quindi la fatica è stata doppia.

Questa sono io con Davide a Stresa (VB) il 13 aprile 2009.

Benvenute a tutte! Mi fate compagnia?