sabato 12 giugno 2010

The soul of Seoul

Sono a Seoul, Corea del Sud. Pensieri sparsi dal computer dell'hotel mentre la Corea sta vincendo la sua prima partita di questo mondiale.

C'entra poco, anzi nulla' con gli argomenti di questo blog ma ho bisogno di scrivere di me, una volta tanto. Sono a Seoul, viaggio di semilavoro e vorrei che rimanesse traccia nella rete di questa visita a un paese strano.
Sono qui da due giorni e ancora, quando esco dall'hotel, ho bisogno di qualche secondo per capire se mi trovo a Shanghai o a New York ma dove la gente e' (scusate ma qui la tastiera e' coreana e sto scrivendo con la tastiera che hanno memorizzato le mie dita) gentile e giovanissima.
Seoul e' una citta' giovane e per i giovani. Ed e' qualcosa che si respira nelle facce delle persone che non hanno fretta e che vogliono godersi ogni cosa, anche il lavoro.
Potrei raccontare della ragazza che, vedendomi scendere dall'autobus dell'aeroporto, ha estratto il cellulare, ha chiamato il mio hotel, si e' fatta dare le indicazioni e mi ci ha accompagnato, arrivando probabilmenmte tardi in ufficio e senza volere nemmeno un succo d'arancia in cambio.
Potrei dirvi che e' un popolo cosi' riservato e tranquillo (tifo calcistico a parte) che nei bagni pubblici c'e' un campanello che riproduce il rumore dell'acqua dello sciacquone per coprire altri rumori.
Potrei raccontarvi che in ogni angolo delle strade e intorno ad ogni palo o lampione non so chi dispone graziosissimi vasetti fioriti (veri) e che nessuno li ruba o li sposta o li rovina. Sono tutti li', ogni giorno, persino tra i piloni che sorreggono i soffitti della immensa metropolitana.
Oppure potrei raccontarvi delle infinite catene di negozi di cosmetici verdi e bioloogici: da Skin Food a GreenLife. E hanno tutti prodotti certificati senza parabeni, profumazioni, conservanti, materie chimiche di sintesi ecc. ecc.
Ma per stasera basta cosi'.

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